Influenzata da Mariano Fortuny
La personalità di Mariano Fortuny
La personalità che idealmente ispira l'hotel Novecento è quella di Mariano Fortuny; pittore, stilista, scenografo, abile sperimentatore di ogni campo artistico si era trasferito nel 1889 proprio a Venezia, dove, nell'antico Palazzo Pesaro-Orfei, stabilì la propria dimora.
Da qui lo stile Fortuny si diffuse in tutta Europa.
MARIANO FORTUNY (Granada 1871 - Venezia 1949)
Figlio d'arte - suo padre fu in pieno Ottocento pittore minuzioso ed esotico di soggetti sacri, viaggi in Oriente e temi esoterici, influenzando con le sue tele, acquerelli e acqueforti il gusto di Spagna e Italia - Mariano Fortuny fu non solo un grande scenografo teatrale e studioso di rivoluzionarie tecniche d'illuminazione, ma pittore, ideatore di costumi di scena e di splendidi tessuti.
After the elder Fortuny's death, his mother moved the family to Paris, where she organized a small salon for the friends and followers of her late husband, and also encouraged Mariano to start painting. Along with painting, he learned etching at an early age. In 1889, his mother moved again, this time to Venice. The start of Fortuny's most creative period coincided with his move to the Palazzo Pesaro Orfei in 1899. It was a magnificent palace built in the thirteenth century and became an ideal work place, a building full of large, open spaces in which he could give full rein to his various talents. It eventually became the Palazzo Fortuny, the house of the magician.
Nel 1889, alla morte del padre, la famiglia Fortuny si trasferì a Venezia. Casa Fortuny y Madrazo, nel palazzo Pesaro a San Marco, divenne luogo d'incontro per pittori, musicisti, letterati spagnoli e francesi residenti o di passaggio a Venezia. Tra questi anche Marcel Proust, che attribuirà a Fortuny, per i suoi costumi teatrali e per i suoi abiti, un ruolo primario nel suo romanzo. Il diciottenne Mariano aveva il suo studio di pittore al terzo piano del palazzo ed era iscritto all'Accademia per perfezionare la tecnica di disegno. Venezia vista attraverso le opere di Tiziano, Carpaccio, Tintoretto, Tiepolo, e le foto scattate con giovanile entusiasmo, segnarono tutta la produzione futura dell'artista. Eclettico produttore di copie, grande frequentatore di musei, a nove anni inizia dipingendo un Velazquez e a settantuno dipinse tra le ultime cose uno splendido Tiepolo. La passione per la fotografia si tramuta in uno strumento di lavoro artistico. Fortuny catalogò e riprodusse le proprie opere e quelle paterne, e documentò le varie fasi dei propri lavori. Fu tra i primi sperimentatori di diapositive colorate.
Con le immagini scattate nei viaggi in Marocco, Grecia, Egitto, elaborò materiali e idee in nuove opere. u nel teatro che Fortuny riscosse i maggior riconoscimenti tra i contemporanei, come scenografo e costumista. Tra i primi lavori le scene per Tristano e Isotta di Wagner alla Scala di Milano. Nel 1926 si ricordano, al Teatro Goldoni a Venezia, le scene e i costumi per un'opera di G.B. Shaw rappresentata dalla compagnia di Emma Grammatica. Amico di Gabriele D'Annunzio, lavorò anche per Hugo von Hofmannsthal. Il periodo più intenso fu tra gli anni Venti e Trenta, e Fortuny ebbe grande peso nella creazione di nuove tecniche d'illuminazione teatrale.
Le sue opere alla moda, indossate da Isadora Duncan, riscossero un enorme successo. Fu un grande reinterprete del gusto rinascimentale e medievale, di Wagner e dell'antichità ellenica. Oggi il suo nome è legato indissolubilmente alla produzione di tessuti e lampade di grande successo e fascino. Acquistò e amorevolmente restaurò l'imponente Palazzo Pesaro, in gotico veneziano del XV secolo, conosciuto come Palazzo degli Orfei perché sede di un'importante società filarmonica ottocentesca, donato alla città nel 1956 dalla vedova e oggi sede del museo a lui dedicato.
(Luca Colferai)